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Giampiero Marzi Gli oggetti di Flaubert Empirìa, Roma, 2017, 136 pp., € 15, ISBN978-88-85609-00-6. Présentation de l'éditeur: Una volta Flaubert scrisse a Louise Colet: «Come saremmo colti se conoscessimo bene soltanto cinque o sei libri». A prima vista sembra l'auspicio di un lettore esigente. Un capolavoro letterario è un ecosistema talmente complesso che per essere digerito merita la massima perizia possibile. La verità è più sottile: Flaubert, sebbene all'epoca non avesse pubblicato ancora niente, sognava che un giorno ai suoi libri venisse prestata la medesima cura maniacale che lui avrebbe profuso per concepirli e scriverli. Sognava un lettore dell'avvenire capace di godere di ogni snodo, frase, virgola e congiunzione. Con buona pace del suo famigerato disincanto, rimarrebbe piacevolmente sorpreso nel constatare con quale amore i suoi esegeti abbiano cercato di compiacerlo. I lettori di Flaubert sono quasi più pazzi di lui. E di certo Giampiero Marzi non fa eccezione. dalla prefazione di Alessandro Piperno SOMMARIO Prefazione, di Alessandro Piperno 1. L’istanza di realismo della società francesetra Settecento e Ottocento 2. « È in odio al realismoche ho intrapreso questo romanzo » 3. Il cappello di Charlese la scoperta degli oggetti 4. Madame Bovary. Il romanzo della distruzione 5. L’Éducation sentimentale. Il libro sul niente 6. Un Coeur simple. Il racconto della dissoluzione 7. Bouvard et Pécuchet. Il libro insensato 8. Conclusione